Il rinvaso del bonsai è un intervento indispensabile anche se tra i più delicati da eseguire. Questa operazione è, infatti, una grande fonte di stress che piante non molto forti potrebbero non superare.
E’ dunque fondamentale effettuare il rinvaso in modo scrupoloso valutando vari fattori:
- Stato di salute della pianta e del substrato
- Periodo e frequenza
- Scelta del vaso per bonsai e del giusto terriccio
Ogni quanto tempo occore rinvasare il bonsai? Qual è il periodo migliore?
E’ difficile stabilire preventivamente un programma di interventi. L’osservazione del sistema radice – substrato può fornire elementi importanti al fine di comprendere le reali esigenze della pianta. In generale, la frequenza varia a seconda delle dimensioni del vaso, specie ed età del bonsai. Una pianta giovane o a rapida crescita può necessitare di un rinvaso ogni 1-2 anni, mentre per piante già stabilizzate, che vegetano lentamente, i tempi sono più lunghi.
Il periodo migliore per effettuare un rinvaso varia a seconda della specie. Generalmente coincide con il riposo che precede lo sviluppo vegetativo. E’ sconsigliato effettuare tale operazione nei periodi molto caldi o in condizioni climatiche avverse.
Potatura bonsai : tecniche e consigli su come potare le radici
Il rinvaso è la fase ideale per la potatura delle radici, attraverso l’utilizzo di specifiche attrezzature. La sterilità della strumentazione utilizzata è fondamentale al fine di evitare possibili contagi o sviluppo di patologie. Si consiglia, di disinfettare gli strumenti prima e dopo l’utilizzo. A seconda della specie di appartenenza, dei risultati preposti e del livello di esperienza personale è possibile effettuare delle operazioni di potatura più o meno spinte.
“La scelta del vaso e del terriccio deve essere effettuata nel rispetto delle esigenze della propria pianta.”
Si parla spesso di miscele di terricci bonsai: tra le principali componenti vi sono l’akadama, la pomice ma anche il lapillo, componenti organiche (Es. sfagno, sabbia) e ghisa fine. E’ fondamentale utilizzare un substrato che garantisca una giusta areazione, buone capacità drenanti e di ritenzione idrica.
Fondamentale è anche la scelta del vaso, in quanto parte importante della composizione. E’ opportuno valutare non solo le dimensioni, ma anche la forma e lo stile, in modo da valorizzare i colori, le caratteristiche e le peculiarità della propria pianta. E’ preferibile scegliere un vaso di grandi dimensioni per una pianta giovane ed in fase di sviluppo, mentre per una pianta matura è possibile optare anche per uno più piccolo.
Come aiutare le nostre amiche piante a superare lo stress da rinvaso?
Lo stress da rinvaso è una fisiopatia molto diffusa che colpisce indistintamente tutte le piante ed è dovuta ad una variazione dell’ambiente, manipolazioni e potature dell’apparato radicale.Tra le specie bonsai maggiormente colpite vi sono l’acero tridente, il ginkgo e l’olmo cinese.
La fisiopatia si manifesta con un blocco della crescita e, nei casi più gravi, con un iniziale appassimento dell’apparato fogliare. Generalmente lo stress da trapianto è transitorio; casi di stasi prolungata possono essere segno di eventuali errori nell’esecuzione. Infatti, se il trapianto viene eseguito correttamente, nel giusto periodo ed adottando delle precauzioni (Es. mantenendo umido l’apparato radicale non esponendolo alla luce diretta del sole, vento ecc.) tale stress può essere ridotto al minimo.
E’ opportuno non effettuare concimazioni nelle prime settimane dopo il rinvaso. Tuttavia per favorire la radicazione e l’attecchimento delle piante nonchè il superamento dello stress da rinvaso è possibile utilizzare dei radicanti come il Top Sinergy e il Radikal Sprinter che supportano il processo di rizogenesi ed il Neo-Ryza e/o Mico-Green che garantisce il rinnovo della microflora tellurica.
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